Le varie agenzie che seguono le fluttuazioni del mercato immobiliare sono concordi nel dire che questo è un buon momento per risparmiare sull’acquisto della casa. I prezzi sono scesi di qualche punto percentuale nelle grandi città (in media -1,1%, -2,4 a Roma secondo Nomisma), con un più marcato ribasso proprio nelle zone centrali. A questo vanno aggiunti i tassi fissi sui mutui che ad oggi restano molto bassi, una politica delle banche che però sta per finire e già dall’estate sono previsti dei ritocchi volti a far tornare in auge il tasso variabile.
Nel considerare i costi per l’acquisto della casa, oltre al prezzo dell’immobile bisogna mettere in budget le spese accessorie legate al mutuo, alla fase istruttoria, agli atti notarili e all’imposta sostitutiva. Vediamo dunque dove si può cercare di risparmiare, fermo restando che sulla valutazione dell’investimento prima di tutto è necessario controllare il valore di mercato in metri quadrati calcolato dalla banca dati delle quotazioni di mercato dell’Agenzia delle Entrate, se non si rientra nella forbice tra minimo e massimo della valutazione scatta il primo semaforo rosso nel caso che l’acquisto sia subordinato alla concessione di un mutuo bancario e dunque sottoposto a perizia. Viceversa chi compra in contanti è libero di pagare quanto vuole l’immobile.
Per quanto riguarda le agevolazioni fiscali, il bonus prima casa resta sempre il primo obiettivo da inseguire, così se si acquista da un privato o da un ente esente da Iva, si paga l’imposta di registro al 2% del valore catastale dell’immobile e le imposte ipotecaria e catastale sono calcolate nella misura fissa di 50 euro ciascuna. L’aliquota sale a 4% se invece il venditore è soggetto a Iva, così come le imposte in misura di 200 euro ciascuna. Per l’agevolazione Prima Casa è richiesto che l’immobile sia nello stesso Comune dove l’acquirente già risiede o stabilisce la propria residenza entro 18 mesi dall’acquisto. Al momento della stipula dell’atto notarile di compravendita non si può essere proprietari, neanche di una quota, di altre abitazioni presenti nello stesso Comune. E attenzione perché il requisito è esteso all’intero territorio nazionale per coloro che in passato hanno già usufruito dell’agevolazione per la prima casa. Inoltre l’immobile ottenuto fruendo del bonus non sarà rivendibile per 5 anni.
Ma cosa si ottiene con il bonus? Innanzitutto la detrazione dall’Irpef del 19% degli interessi passivi sul mutuo, su un importo massimo di 4.000 euro. Se c’è stata l’intermediazione di un’agenzia immobiliare verrà applicata la detrazione Irpef del 19% anche ai compensi per le commissioni d’agenzia sino a 1.000 euro. E soprattutto se la prima casa è l’abitazione principale del contribuente si potrà godere dell’esenzione del pagamento dell’Imu (Imposta Municipale Unica) e della Tasi (la tassa sui servizi indivisibili).
Il governo ha recentemente approvato le misure per sostenere i giovani nell’acquisto della prima casa. Le agevolazioni sulle imposte indirette valgono per gli acquirenti che al momento della stipula dell’atto non abbiano compiuto 36 anni. In particolare è previsto l’esonero dall’imposta di registro e dalle imposte ipotecaria e catastale. Se la compravendita è assoggettata all’Iva, oltre all’esenzione dalle imposte di registro, ipotecarie e catastali, è previsto un ristoro pari all’Iva pagata. L’esenzione sarà valida per le operazioni effettuate entro la fine del 2022. È poi stabilita l’esenzione per gli under 36 dell’imposta sostitutiva sui mutui immobiliari, pari allo 0,25% del finanziamento. Sono soldi risparmiati per le stipule davanti al notaio che prevedono tutta una serie di aggravi di costi, soprattutto l’imposta di registro che costa per un appartamento medio in città dai 2.000 ai 5.000 euro. L’iter burocratico per finalizzare l’acquisto prevede la proposta con assegno del 3% e il compromesso con versamento del 5%, ma se c’è completa intesa tra le parti il compromesso può essere saltato, non risparmierete sul costo della casa, ma avrete qualche tassa in meno da pagare su questo passaggio.