Nata nei caffè newyorkesi nel lontano dopoguerra, la Doggy Bag (letteralmente “vaschetta degli avanzi per il cane”) è un efficace strumento di risparmio ed un valido espediente contro gli sprechi alimentari. I pregiudizi culturali sono spesso un limite all’obiettivo anti spreco, poiché sin troppo spesso si crede che richiedere il “pacchetto degli avanzi” sia sinonimo di maleducazione. Eppure si stima che ogni anno, a livello globale, vengano sprecati oltre 920 milioni di tonnellate di alimenti ancora commestibili. Dobbiamo allora davvero farne una questione di galateo?
Le origini della Doggy Bag risalgono al 1949 quando nel ristorante newyorkese Dan Sampler’s Steak Joint, si adottò per la prima volta l’impacchettamento di avanzi. Gli alimenti venivano confezionati in dei pratici imballaggi che mostravano sulla loro superficie una scritta che incoraggiava i clienti a portare a casa eventuali avanzi del pasto per consumazioni successive o per cibare il proprio amico a quattro zampe. Al giorno d’oggi, date le porzioni abbondanti che vengono genericamente servite nei ristoranti americani, la pratica è diventata sempre più comune tanto che la stessa ex First Lady Americana ne è diventata una grande sostenitrice.
Richiedere la Doggy Bag è un’usanza comune e diffusa non solo negli Stati Uniti, ma anche in Asia ed alcuni Paesi europei come Francia, Spagna e Inghilterra:
- In Cina l’equivalente della Doggy Bag è definita Dabao: diversamente dall’Italia, il gesto di richiedere gli avanzi è un’usanza tanto praticata quanto rispettata, ed è segno di educazione e sensibilità verso lo spreco alimentare;
- In Francia nel 2016 è persino stata approvata una legge contro lo spreco alimentare, che obbliga i supermercati con una superficie maggiore di 400 mq, a donare i prodotti invenduti e prossimi alla scadenza ad enti di beneficienza; mentre i ristoranti con più di 180 posti a sedere devono obbligatoriamente avere in dotazione la Doggy Bag da fornire ai clienti a fine pasto.
Anche in Italia nel 2016 è entrata in vigore la legge antisprechi che si pone tra i molti obiettivi anche l’incremento del recupero delle eccedenze alimentari e l’incentivazione della Doggy Bag.
Nel nostro Paese, però, la richiesta della Doggy Bag è stata solitamente accompagnata da imbarazzo e vergogna, poiché le abitudini culturali italiane e l’idea comune ritengono il gesto poco galante. Questo scetticismo diffuso non tiene conto dello spreco alimentare enorme che avviene in ristoranti, bar e mense dove annualmente vengano gettati oltre 1,86 tonnellate di alimenti. A rimetterci sono anche i portafogli: gettare gli avanzi non determina solo uno spreco alimentare, ma anche un notevole svantaggio economico.
Tuttavia, negli ultimi anni, e in particolare con il caro spesa causato dai rincari delle materie prime, questo tabù sembra essere stato superato anche da molti italiani. Secondo un’indagine della Coldiretti, salgono infatti a quasi 4 su 10 (39%) gli italiani che portano a casa gli avanzi del ristorante.
Come risposta a tale tendenza anche i ristoratori si stanno adeguando, richiedendo al cliente se si vuole portare a casa il cibo rimasto o anche le bottiglie di vino non finite e mettendo a disposizione confezioni o vaschette ad hoc per il take away.
Quindi, avanti, nessuna timidezza: impariamo a non sprecare e a risparmiare anche il ristorante!