Online anche il mercatino degli abiti usati può diventare trendy. Complici i periodi di restrizioni per la pandemia e il lancio di alcune app, è cresciuto notevolmente il numero delle persone che acquista abiti di seconda mano.
In realtà il fenomeno era già evidente fin dal 2019, ma la recente pandemia ha determinato un aumento considerevole dell’interesse nei confronti dell’abbigliamento economico che comporta una serie di vantaggi innegabili. Non si tratta solo di aiutare l’ambiente, ma anche di ottenere un guadagno facile ed inaspettato, liberandosi di capi in ottimo stato, ma ormai non più usati o addirittura comprati e mai indossati. Sono proprio i più giovani ad aver compreso l’utilità della moda economica e sostenibile che permette di riciclare il vestiario e magari di scoprirsi piccoli imprenditori.
Se non sei ancora tra i consumatori second-hand, leggi il nostro articolo e scopri perché conviene.
In primo luogo l’acquisto di vestiti usati permette sicuramente di risparmiare, mentre chi vende non solo guadagna denaro ma anche spazio negli armadi, disfacendosi di capi mai utilizzati o ormai dimenticati. Inoltre questa scelta consente anche di dare un piccolo contributo alla salvaguardia del pianeta.
Il boom della moda second-hand parte, infatti, dalla presa d’atto che l’eccessiva produzione dell’industria dell’abbigliamento sta diventando un vero problema ambientale, contribuendo al 20% dello spreco globale di acqua e il 10% delle emissioni di anidride carbonica e gas serra. Per cui il riutilizzo dei capi di abbigliamento non è solo un risparmio di denaro ma anche un risparmio per l'ambiente.
È facile trovare on line degli abiti in buone condizioni ad un prezzo vantaggioso addirittura bassissimo pur appartenendo ad un trend abbastanza conosciuto. Il consumatore compra quasi istintivamente attirato dalla convenienza economica, ma a volte anche dall’interesse verso la moda di un certo periodo che appare sempre affascinante e riproponibile in un periodo come il nostro che ha dimostrato la precarietà del sistema attuale di vita.
Tra le applicazioni più usate per vendere i vestiti usati spiccano Vinted e Depop. Infatti per l’utente è facile ed immediato utilizzarle stabilendo il prezzo più conveniente ed opportuno senza perdere tempo.
Molto conosciuta soprattutto negli Stati Uniti e in Inghilterra, viene utilizzata da tantissimi influencer che parlano diffusamente della stessa applicazione.
Inizialmente si trattava di un piccolo social network che è diventato, per opera del suo creatore Simon Beckerman, un marketplace in tutti i sensi. Così gli utenti lo utilizzano per comprare, vendere ed anche per apporre like ai vari capi messi in vendita.
Si può scaricare gratis da Play Store e per poterla utilizzare basta creare un proprio profilo, fotografare gli abiti di cui ci si vuole disfare e stabilire il prezzo.
Chi poi risulta interessato a comprare, può chiedere ulteriori ragguagli sul prodotto messo in vendita. Se l’utente accetta di acquistarlo, si procede con la spedizione.
Molto simile a Depop è Vinted e anch’essa si può scaricare gratis da Play Store. A differenza da Depop con Vinted è possibile, oltre a vendere e comprare, pure scambiare abiti.
Gli autori sono stati, nel 2008, Justas Janausskas e Milda Mitkute. Fu proprio Milda ad esprimere l’esigenza di sbarazzarsi di vari abiti in suo possesso dovendo cambiare alloggio. Trovandosi in difficoltà, Justas corse in suo aiuto creando per lei un vero e proprio sito web. Il sito ebbe immediatamente successo tra i media. Da qui la consapevolezza dei due creatori di dover incrementare l’iniziativa. Così oggi Vinted è talmente cresciuta da comprendere più di 700 impiegati, una community di 45 milioni di iscritti con uffici a Vilnius, Berlino, Utrecht, Praga Partendo da queste sedi riesce ad attivarsi in 15 mercati. Italia, Spagna, Francia, Germania, Austria, Lussemburgo, Belgio, Paesi Bassi, Polonia, Repubblica Ceca, Lituania, Regno Unito, Portogallo, USA e Canada.
La stessa Vinted chiarisce che declina ogni responsabilità dei pagamenti dei membri della community per cui la sua è solo una posizione strumentale. Gli utenti di Vinted possono visionare gli armadi degli altri utenti e contattarli con messaggi privati o attraverso il forum.
Ancora da segnalare c’è Vestiare Collective che tratta pezzi di alta moda di seconda mano. Può contare su 10 milioni di iscritti in 90 Paesi e possiede un catalogo di 600 mila capi. Con la pandemia, ha continuato a crescere addirittura aumentando del 210 per cento i suoi utenti a giugno di quest’anno. La fondatrice è Fanny Moizant che la creò durante la crisi del 2008. Come per le altre app l’utente può vendere e comprare vestiti ed accessori usati ed ha funzioni da intermediaria, in quanto l’articolo viene spedito prima alla Vestiaire, che ne controlla l’autenticità, e poi rispedito all’acquirente
Un’altra risorsa importante per l’acquisto di abbigliamento second-hand sono i siti di annunci online, come Subito.it e Ebay.
Subito.it è il marketplace di annunci di compravendita online di case, auto, abbigliamento e oggettistica. Se un tempo la categoria più richiesta erano case e auto, dal 2020 la categoria degli abiti usati ha generato molto interesse negli utenti del sito, a dimostrazione che gli italiani sono sempre più ben disposi ad acquistare usato anche nella moda.
Allo stesso modo di Subito, Ebay permette di vendere e acquistare abiti usati. È necessario creare un proprio profilo, caricare le foto dell’indumento che si vuole vendere con i dettagli e attendere di essere contattati per organizzare le modalità dello scambio. È possibile selezionate i venditori nella propria zona, in modo da facilitare lo scambio.
Se cerchi altri metodi per risparmiare www.winnerland.com è aggiornato con le migliori offerte e proposte del mese.