I nuovi impianti di riscaldamento a pavimento hanno conquistato molti consumatori che stanno scegliendo un sistema la cui ideazione risale ad oltre 50 anni fa. Le rinnovate possibilità giungono da soluzioni tecnologiche che aumentano i comfort e diminuiscono i costi. Sapere come funziona un impianto di riscaldamento a pavimento è molto utile per considerare i pro e i contro, con un occhio molto interessato al superbonus 110% che copre questo tipo di ristrutturazioni se rientrano nel requisito generale di migliorare l’efficienza energetica di almeno due classi. Questo tipo di detrazione può essere richiesta solamente in caso di interventi sulle prime case, condomini e case popolari.
Ci sono due tipi di riscaldamento a pavimento: uno è un sistema con tubazioni dove scorre l’acqua calda o fredda a circuito chiuso e uno con resistenze elettriche, o serpentine che sono disposte sotto il pavimento ed appoggiate a pannelli isolanti. Chi lo ha provato può dire che il pavimento riscaldato è in grado di dare una distribuzione omogenea del calore in tutto l’ambiente abitato, al contrario dei termosifoni che diffondono calore in modo parziale, per forza di cose lo concentrano solo in vicinanza dello stesso ed inoltre le soluzioni con tubi d’estate possono far scorrere acqua fresca che abbassa la temperatura interna. Il risparmio energetico è garantito anche dalle temperature più basse che servono a questi impianti per assicurare la climatizzazione, l’acqua calda può scorrere tra i 30 e 40 gradi contro i 70 gradi e oltre dei tradizionali caloriferi.
Certo i lavori per creare un pavimento riscaldato sono imponenti, anche se di pochi centimetri, la superficie va rialzata per consentire la posa delle tubazioni che devono essere di un tipo particolare, o delle serpentine. Va poi installato un pannello isolante e un ulteriore strato per proteggere pavimento e tubi dall’umidità. Una caldaia autonoma dovrà poi trovare alloggiamento in un’area designata dell’abitazione o del condominio nel caso si tratti di lavori condivisi da più appartamenti. Le ditte che fanno questi lavori stimano che le spese iniziali per materiali e manodopera sono mediamente superiori del 40 per cento rispetto ai sistemi di riscaldamento tradizionali. Il risparmio energetico è però quantificato in un 25 per cento all’anno, un dato che porterebbe ad una veloce ammortizzazione delle spese per il nuovo impianto, oltre ad un maggiore controllo della temperatura distribuita in modo uniforme, senza dispersioni e sprechi di energia.
Uno svantaggio comune che viene evidenziato è quello sulla manutenzione che deve essere molto accurata nel tempo e gli eventuali guasti all’impianto che per un intervento di riparazione necessitano la rimozione della parte interessata del pavimento. Una raccomandazione comune è quella di avere un sistema radiante di buona qualità e perfettamente funzionante, in assenza di questi requisiti si perde l’effetto bassa temperatura/alto risparmio, se tutto funziona bene non bisognerà essere costretti a tenere il sistema di riscaldamento a pavimento sempre acceso, ma si potrà facilmente regolare con il termostato secondo la necessità. Se tutto è fatto a regola d’arte il riscaldamento reagisce ai comandi in tempi molto brevi: tra i 15 e i 30 minuti, garantendo così consumi e costi al di sotto degli standard di un calorifero classico.