Lo stato del 5g in Italia e nel Mondo

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Il 5G si va affermando nel mondo come una risorsa fondamentale per l’avanzamento tecnologico e il superamento del digital divide. Con le reti di quinta generazione avremo non solo una tecnologia di comunicazione con i cellulari sinora sconosciuta, ma potremo compiere in digitale anche una notevole serie di azioni, come gestire i robot nelle fabbriche, operare infrastrutture come centrali elettriche e mezzi militari, condurre interventi chirurgici a distanza e altre operazioni in campo medico, tornato cruciale in questo periodo.

Il 5G in Italia si può ormai dire che sarà pienamente attivo nel 2022 con il raggiungimento dell’obiettivo della velocità di trasmissione dati in download di 10 Gigabit per secondo, per capire la differenza, un Gigabit corrisponde a 1.000 Megabit.

Le ultime notizie ci dicono che il servizio comincia ad essere attivato in Italia, oggi si può comprare un telefono di quinta generazione anche se la copertura al momento è scarsa perché le antenne sono poche e gli abbonamenti ancora poco convenienti. La sperimentazione era stata avviata in 6 città, e con una copertura in via di estensione, la prima è stata Torino che ha avviato nel 2016 un accordo con Telecom Italia Mobile, a cui si sono aggiunte Prato, l’Aquila, Matera e Bari, dove la sperimentazione è stata gestita dalla compagnia cinese ZTE, mentre è a Milano che stata sottoscritta un’intesa con Vodafone che punta a farne la capitale del 5G in Europa.

Il mondo delle TLC lavora alacremente alla costruzione di protocolli a norma, così come all’incremento di spazio richiesto per bande di frequenza più larghe che si adattino alla comunicazione radiomobile terrestre. Per il pieno sviluppo del 5G nel mondo vanno risolti importanti questioni relative alla sicurezza. L’Agenzia europea per la Cybersecurity ha individuato una serie di parti sensibili dei componenti e delle funzioni della rete 5G, e ha invitato a risolvere diversi tipi di vulnerabilità che possono derivare dalla catena di approvvigionamento del 5G. Per i paesi membri dell’UE è dunque giunta la raccomandazione a collaborare e coordinarsi con fornitori e operatori, alle authority preposte ai servizi di intelligence per garantire l’affidabilità della rete e per mitigare l’esposizione delle parti sensibili come i software e l’ampia gamma di servizi e applicazioni abilitati alla rete, soprattutto quella mobile che possono essere oggetto di “interferenze” da parte di potenziali soggetti che operano al di fuori dell’area UE.

Negli ultimi tempi alcune amministrazioni locali hanno adottato ordinanze per “sospendere” la sperimentazione e/o attivazione degli impianti di trasmissione radio per la telefonia mobile con la nuova tecnologia chiedendo approfondimenti e un chiarimento definitivo. Le risposte degli esperti sono perlopiù rassicuranti, per l’Istituto Superiore di Sanità, non esistono particolari motivi di preoccupazione, ciò che conta è il monitoraggio costante ad opera delle agenzie regionali di protezione ambientale, come accaduto per le tecnologie esistenti. Anche rispetto alla proliferazione delle antenne, si afferma che in realtà si registrerà una potenza di emissione più bassa senza aumento dei livelli di esposizione. Inoltre, indipendentemente dal numero di antenne che effettivamente aumenteranno, ciò che conta è che il campo elettromagnetico complessivo che esse generano non superi il limite di legge. E l’Italia, già dal 1998, ha deciso di fissare il livello massimo a 6 volt su metro, circa dieci volte inferiore a quello suggerito dall’Ue. E il limite non si applica alla singola antenna, ma al coefficiente complessivo derivante da tutte le sorgenti installate in un luogo.

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