Il super cashback statale è stavolta una novità senza precedenti. E’ dunque molto interessante capire bene cos’è e come funziona questo programma. Di fatto per ogni acquisto con strumenti digitali si otterrà un rimborso del 10 per cento della spesa sostenuta, con un tetto di 150 euro per singola transazione. Tutti gli esercizi commerciali possono essere definiti convenzionati, mentre l’online ne è escluso totalmente. La mossa è stata studiata per favorire i piccoli pagamenti, mentre il limite semestrale è fissato a 1.500 euro, a patto che si effettuino almeno 50 transazioni ogni sei mesi. Come guadagnare? In una simulazione, se il consumatore avrà fatto in media un paio di acquisti digitali alla settimana (50 a semestre), ogni sei mesi avrà indietro sino a 150 euro e 300 all’anno. Sono state determinate anche delle eccezioni: sono esclusi dal cashback non solo gli acquisti online, ma anche la domiciliazione delle bollette, mentre per gli acquisti con pagamento rateizzato varrà il pagamento complessivo e non quello di ogni singola rata.
L’accredito avverrà in automatico attraverso l’home banking se l’istituto di credito aderirà al circuito dedicato o registrandosi sulla app istituzionale IO, l’interfaccia con le pubbliche amministrazioni, sulla quale si possono effettuare anche i pagamenti con PagoPa e che ha già gestito l’erogazione del ‘Bonus Vacanze’. Sull’app si potranno associare al proprio codice fiscale le carte di credito, di debito, app e wallet vari come ad esempio Satispay, la piattaforma che permette di pagare prelevando direttamente i fondi dal proprio conto corrente. Questo passaggio sarà utile per il cosiddetto “Super Cashback”, una sorta di concorso: dopo l’iscrizione su IO tutte le transazioni verranno associate al profilo e i primi 100mila utenti per numero di pagamenti otterranno 1.500 euro di ‘super cashback’.
L’obiettivo è quello di rendere abituali i pagamenti cashless incentivando un alto numero di transazioni piuttosto che premiare le spese per grossi importi, per questo il governo sta stringendo accordi con gli operatori del settore, dalle banche alle società di servizi finanziari per azzerare o minimizzare al massimo le commissioni sui pagamenti anche di importi molto bassi, su tutti l’esempio del più volte citato “caffè al bar”.
La politica di incentivo alla moneta elettronica viene anche ritenuta una riforma strutturale in linea con le raccomandazioni dell’Unione europea, con l’obiettivo di accelerare una transizione che è già in atto verso i pagamenti digitali, per colmare il gap con gli altri paesi europei e allinearsi ai paesi più virtuosi dell’area UE in termini di transazioni pro capite. Sul medio/lungo periodo il governo si dice convinto che l’espansione nel ricorso alla moneta elettronica sarà uno degli strumenti di modernizzazione del paese, di maggiore sicurezza delle transazioni, di riduzione dei costi di gestione del contante e di emersione del sommerso. Non a caso il cashback è accompagnato da altre misure come l’ulteriore riduzione del tetto al contante che passa da 2.000 euro nel 2021 a 1.000 euro nel 2022 e la detraibilità del 19 per cento condizionata ai pagamenti elettronici. In questa strategia si inserisce anche la “lotteria degli scontrini” che dopo il rinvio di metà anno dovrebbe partire il 1° gennaio 2021 con alcuni aggiustamenti, ma che secondo uno schema ormai noto dovrebbe prevedere un’estrazione settimanale, mensile e annuale e premi che vanno da 5mila a 5 milioni di euro. Per ogni euro di spesa si avrà diritto ad un ticket virtuale per partecipare alla lotteria e le estrazioni mensili saranno di due tipi con premi differenziati per chi paga con carte e bancomat e chi usa il cash. I consumatori con moneta elettronica potranno concorrere ad un premio mensile di 100mila euro e annuale di 5 milioni di euro. Più basso sarà invece il premio per chi usa il contante: 30mila euro al mese e 1 milione annuale, con l’evidente intenzione dello stato di incentivare l’uso degli strumenti elettronici di pagamento.