Il termine ultimo è stato fissato per il 20 giugno 2022, ma attenzione a controllare bene la data della regione dove si vive. Lo switch-off del nuovo digitale terrestre è stato predisposto su base geografica: dal 31 dicembre 2021 il passaggio riguarderà Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta, Veneto e le province di Trento e Bolzano. Entro il 31 marzo 2022 toccherà a Campania, Lazio, Liguria, Sardegna, Toscana e Umbria e infine il 20 giugno 2022 sarà la volta di Abruzzo, Basilicata, Calabria, Marche, Molise, Puglia e Sicilia.
Sono queste le tappe che porteranno a ricevere i programmi tv esclusivamente su televisori forniti di nuovi decoder digitale, interni o esterni, di ultima generazione chiamati DVB-T2, in grado cioè di essere compatibili con i nuovi standard di trasmissione e di codifica per la visione in alta definizione.
Vediamo innanzitutto come bisogna comportarsi per non essere tagliati fuori dal DVB-T2, di norma tutte le televisioni che sono state messe in vendita dal 2017 in poi dovrebbero essere compatibili con il nuovo standard, ma sono state già segnalate discrepanze tra la produzione che a volte è stata precedente alla messa in vendita dell’apparecchio, in altre parole possono sorgere problemi per coloro che pensando di fare un buon affare, hanno comprato un televisiore ‘vecchio’, destinato magari ad un mercato non italiano e dunque non a norma di legge. In ogni caso la verifica sul proprio apparecchio si può fare da subito, basta sintonizzarsi sui canali 100 (Rai) o 200 (Mediaset), dove se apparirà una schermata senza video con la scritta “Test Hevc main 10”, vorrà dire che la propria tv è a posto e non c’è nessun intervento da fare. Ma anche se ciò non dovesse avvenire a prima vista, il consiglio è cercare un aggiornamento del software dell’apparecchio che potrebbe contenere la decodifica al nuovo standard del digitale terrestre.
Nell’eventualità di dover acquistare un nuovo decoder, ci sono diversi modelli già in vendita, con un range di prezzo molto ampio, la soluzione più low cost è compresa tra i 15 e i 20 euro, i modelli migliori hanno invece un prezzo medio intorno ai 100 euro, perchè integrano diverse funzioni compreso l’ingresso per il satellite, sono forniti di processori più veloci e interfaccia più user friendly.
Per chi rientra in alcuni requisiti, il Ministero per lo Sviluppo Economico ha predisposto un Bonus Tv per sostituire il televisore o dotarlo di un decoder per il DVB-T2, si tratta di un contributo massimo di 50 euro riservato alle famiglie con un reddito inferiore ai 20mila euro annui, certificato con la dichiarazione Isee. Si può usufruire del bonus una sola volta e in caso di spesa inferiore ai 50 euro, il contributo coprirà l’intero prezzo dell’apparecchio, tutte le informazioni, compreso un elenco dei prodotti inclusi sono sul sito del Mise.
Ma cosa significa dotarsi del nuovo digitale terrestre? Di fatto siamo di fronte ad una evoluzione tecnologica del DVB (Digital Video Broadcasting) verso un’alta definizione in 8K. Ai nostri occhi significa un segnale di qualità accresciuta e maggiore capacità distributiva tra l’antenna e il ricevitore. Il DVB-T2 è poi in grado di integrare i sistemi MiMo (multiple input-multiple output) che consentiranno di gestire flussi di dati in entrata e in uscita.